Roberto Grassilli “Fra qui e Penny Lane”

festival ecc..., Illustrazioni, mostre

fumetti e illustrazioni in mostra al Circolo Cruna di Bologna
18 febbraio / 10 marzo 1987
Mostra curata da Carlo Branzaglia /Associazione Culturale “Piccolo Nemo”(*)

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E’ giusto che, introducendo un discorso sulla produzione di Roberto Grassilli, si parli di cultura anglosassone.

È giusto notare come il suo humor, ironico e delicato più che sarcastico o dissacrante, abbia forti legami con una tradizione britannica che sposa la logica al non-sense, preferendo un surreale destinato a rivelarsi lucido e penetrante a un reale che potrebbe sembrare più incisivo a un primo sguardo, ma che in fin dei conti è solo più crudo, più acerbo nell’impatto. Così come è giusto insistere sulla parentela tra la morbidezza dei suoi colori e il suo amore per il particolare e per il bizzarro da una parte, e le analoghe caratteristiche di tanta produzione illustrativa britannica dall’altra.

Ma se l’amore per i Beatles e per Lewis Carroll ha tanta importanza per Grassilli, certo le ragioni della sua produzione non si esauriscono qui. Creatore di storie tenere e oniriche, i suoi fumetti vivono sia della nostalgia che del l’entusiasmo creativo del rock. Dilagano nell’universo delle video-clip ritornando a tratti a dimensioni di quotidiana demenzialità. Un filo musicale definisce il modo di raccontare storie spesso un poco sghembe, senza un vero inizio o una vera fine, dove i colori hanno un po’ la consistenza della materia di cui sono fatti i sogni, e raccontano contrapponendo, anche con violenza talvolta, zone tonali soffuse al loro interno.

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L’ idea è probabilmente quella ricorrente nel nostro secolo della produzione creativa come gioco, magari anche serio, profondo, coinvolgente, ma comunque sempre ludico, sorridente, ironico. Se volete, si tratta anche di quella faccia del rock che ha visto i Beatles come suoi primi grandi rappresentanti. Entusiasta, appassionato, ma anche lucidamente consapevole, Grassilli scherza sul rock, e con il rock alle spalle. Forse e’ davvero il rock il sogno più vero della nostra epoca.

 

Daniele Barbieri

nota introduttiva contenuta nella cartellina omaggio della mostra, assieme a sei mini-stampe numerate e firmate).

 

(*) l’associazione Culturale “Piccolo Nemo”, creata nel 1986 da Carlo Branzaglia, Daniele Barbieri, Igor Tuveri, Mariella Mastri e Daniele Donati,  aveva come scopo la conoscenza e la diffusione del fumetto e delle arti grafiche.

Mai dire mai troppo tardi

festival ecc..., Varie

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La mia liaison heureuse con il Biografilm Festival di Bologna, nel 2010 si declina nella forma di un disegnatore che dice due parole sul maestro Alberto Manzi, permanente nei ricordi da bambino, quando lo vedeva baluginare sulla tv in bianco e nero.

Conduceva l’incontro Patrizio Roversi, c’erano Alessandra Falconi, Roberto Farnè, Roberto Franchini, Sonia Boni Manzi e altre notevoli presenze.
Davvero due parole le mie. Questi i mie appunti di quel momento emozionato.

800biografilm-su_Manzi2010Disegnava rapido e denso, paesaggi un po’ vuoti, metafisici, omini sperduti. 

Tenendo conto della velocità con cui doveva realizzare i disegni, potremmo dire che c’è qualcosa della grafica di Buzzati, a volte dell’umorismo tenero di Peynet.

E’ curioso cogliere anche qualche similitudine con gli schizzi che Gianni Rodari, quasi suo coetaneo, faceva privatamente. Disegni molto belli, forse influenzati da quelli che il grande Bruno Munari realizzò per i suoi libri, ma che forse sarebbero stati all’altezza della pubblicazione a corredo dei suoi testi.

Gli schizzi se li inventò per vivacizzare la trasmissione. “Se parlo per 20 minuti li addormento“. Meglio disegni, che all’inizio non si capisca di che si tratta, chema che catturino l’attenzione di chi vuol vedere alla fine cosa esce fuori.

Una primissima interattività: il disegno veniva condiviso su una lavagna, con un  gessetto, rapidamente e tutti i follower analfabeti, dai 2000 punti di ascolto sparsi per l’Italia, restavano rapiti.

Mare pino casa nave” le prime parole calligrafate sul foglio bianco, “voi non sapete decifrare questi segni, eppure vogliono dire queste cose“, e la mano rapida col gessetto nero disegnò un mare, un pino, una casa, una nave, “e noi impareremo a capire le parole come capiamo i disegni“. Quel gessetto nero grasso era un disastro per i polsini. Manzi riceveva dalla Rai duemila lire di “indennità camicia” ogni puntata. Unico pagamento, perché “come maestro prendevo già uno stipendio dallo Stato“.

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Gianni Rodari: gli errori non sono nelle parole ma nelle cose  – generazione degli anni ’20

Don Milani: la costruzione di una Italia Civile

il sogno degli anni ’60, l’ignoranza è nemica di tutto, costruire nei bambini la voglia di conoscere. Costruire una tensione cognitiva.

nei romanzi per ragazzi c’è un riscatto che passa per il conoscerci, riconoscerci, alfabetizzarci

si rifiutava di scrivere i giudizi. Il timbro che si fece fare e che usava al posto dei voti: “fa quel che può, quel che non può non fa

Siamo qui per imparare a leggere, ma anche a conoscere noi stessi e il mondo“,(l’esordio nella prima trasmissione)

Su Rai Play c’è un ciclo di sei  brevi puntate su Alberto Manzi. Molto belle, vanno viste. Grazie a chi le ha realizzate e a Marianna Balducci che ce le ha fatte ritrovare.

Bambino Tazza

festival ecc..., Illustrazioni

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Bambino Tazza, illustrazione

Tavola cm.27×31. Stampa Giclée (stampa elettronica in altissima risoluzione) su cartoncino tirata in max 100 copie numerate e firmate. Dedica su richiesta. Euro 30 a stampa + spesa di spedizione tramite corriere (per acquistare contattatemi su robertograssilli@gmail.com, vi chiederò un pagamento, preferibilmente c0n bonifico o via Paypal).

Originale del 2010, realizzato per  la “COLLETTIVA DI NATALE” di GALLIERA BLU, spazio espositivo dedicato all’illustrazione (Bologna, dicembre 2010, con 25 illustratori; filo conduttore fra tutti, una speciale attenzione al mondo dell’infanzia).  Ecoline, pastelli. Refresh digitale dall’autore: 2015.