Pelli e dannati: Milano impazzisce per un Gucci conciato male

Illustrazioni, Vignette

Sollievo fra i coccodrilli: con lo morte di Maurizio Gucci si estingue lo più feroce dinastia di scotennatori di rettili pregiati: Ma questa tragica morte è solo l’ultimo episodio di una saga di odi e tradimenti nella più schietta tradizione del made in Italy. Anche «Cuore» vuole rendere omaggio alla pittoresca casata dei Borgia della pelletteria: ecco l’albero genealoglco, della famiglia Gucci. Di padre in figlio, un solo motto: va’ dove ti porta il cuoio.

  • articolo di Lia Celi uscito su Cuore del 1/4/1995. Il pezzo venne scritto conseguentemente all’uccisione di Maurizio Gucci.

Guccio Gucci (1881- 1953)
Allievo della scuola fiorentina di taglia-pelli “Paccio Pacciani”, Guccio, leggendario fondatore della dinastia, agli inizi del secolo emigra emigra dalla natia Firenze a Londra, dove per mantenersi lavora come facchino al prestigioso Hotel Savoy. Qui, su consiglio del collega Samson Samsonite, Guccio apre un fiorente commercio di valigie di lusso – quelle lasciate incustodite dai clienti del Savoy. L’attività gli fa conoscere la sua futura consorte Vuittonne Vuitton, una vivace pochette francese che si sbottona con estrema facilità. Tornato in patria, produce insieme alla moglie i primi modelli in vera pelle con inserti in osso e perfettamente lavabili: cinque figli, subito marchiati a fuoco con la celebre doppia G e mandati in bottega, dove Guccio tenta di venderli come beauty case. Ma a conquistare le dame di tutta Europa è una sua creazione degli anni ’20: un piccolo astuccio in nappa zigrinata, di elegante forma cilindrica, che Guccio, animato dall’impareggiabile buon gusto del fiorentino purosangue, battezza “l’ bischero”. Muore a settantadue anni nel suo laboratorio, divorato da una imitazione di pitone riuscita troppo bene.

Accio Gucci (1912- 1960]
Accio, figlio di Guccio, fe’ una bisaccia di buccia di luccio. E tutti i pesci seguivan la traccia della bisaccia di buccia di luccio fatta da Accio figlio di Guccio. Di lui non si sa altro.

Laccio Gucci (1920-1978)
Nipote di Guccio, viene considerato il Newton della calzoleria fiorentina. E’ il primo a rendersi conto dei limiti della tradizionale scarpa fatta a mano; decide così di farla a piede, una forma più confortevolee adatta allo scopo. Ed è solo la prima delle sue invenzioni: oltre agli scarponi senza suola per carmelitani alpinisti e alle scarpe di filetto, molto più sostanziose di quelle di vitello; laccio crea l’inimitabile mocassino Gucci. E’ l’unico mocassino con le stringhe, particolare che lo rende del tutto simile a una normale scarpa da uomo, a parte il fatto che costa dieci volte tanto. Muore di crepacuore quando la sua unica figlia gli comunica l’intenzione di farsi suola (argh].

Moccio Gucci (1936-1994)
Così chiamato per una forma congenita di raffreddore che lo perseguiterà tutta la vita, Moccio apre nuovi orizzonti nella corameria. Di ritorno dagli Usa, dove ha frequentato un master in scotennamento presso il «Sioux College» di Dakota City, prova con successo a conciare la pelle di un grosso ruminante italiano altrimenti improduttivo: suo fratello gemello Goccio Gucci, notorio ubriacone del jet set, la cui carnagione, di un modernissimo color melanzana, consente un notevole risparmio sulle spese di tintura. Famoso per ammorbidire la pelle a suon di ceffoni, dagli anni ’60 Moccio diventa per il bel mondo internazionale il fornitore ufficiale di accessori di coccodrillo: sue le borsette di Grace Kelly, la faccia di Marta Marzotto, le lacrime della famiglia Gardini. Appassionato di gioco d’azzardo, l’ultima scommessa gli è fatale: «Vado a cena da mio fratello Uccio: venti a uno che torno sano e salvo».

Groucho Gucci (1925-1975)
Attore e musicista, ha portato l’arte della pelletteria nel mondo delIo spettacolo. Il segreto della sua visionaria creatività? La colla da conciatore, che aspira in dosi da cavallo fin da bambino. Inizia la carriera nel cinema infilando una serie di successi internazionali come Conciando sotto la pioggia, La pelle, Oh cincillà. Poi Groucho scopre il rock ‘n’ roll e, con lo pseudonimo di Frank Nappa, fra gli anni ’50 e ’60 sforna capolavori come Blue Suede Shoes, All You Need is Giove e soprattutto Guccy In The Skai With Diamonds, dedicata a un nuovo modello di borsetta da sera. Si suicida negli anni Settanta, dopo che un’overdose di colla gli ha ispirato una spaventosa allucinazione: il primo borsello.

Gruccia Gucci (1945- )
Dì lei nonno Guccio diceva «Sarà la mia croce». Secondo il patriarca, infatti, le femmine del Clan non erano vere Gucci: «Un ci hanno il manico – lamentava il patriarca, – e sono piene di buhi. La mi’ offiscina ‘un ha mai prodotto robaccia del genere».Eppure, fra le donne del clan ricordiamo di passaggio l’imbarazzante cugina bolognese Soccia Gucci e Miccia Gucci, la famigerata terrorista nera. Gruccia è l’unica a conquistarsi un posto al sole: Con gli anni la ragazza diventa la vera anima di ogni guardaroba griffato: negli anni Sessanta la sua figura magra, legnosa e assolutamente inespressiva, ne fa la modelIa ideale per i più grandi disegnatori di moda. Sul finire della carriera, convola a nozze con un mercante d’arte newyorchese, insieme al quale fonda il Guccenheim Museum.

Falso Gucci (1950- )
Esponente di un ramo spurio della famiglia, non si conosce il suo luogo dì nascita. Chi lo colloca tra Forcella e San Marino, chi, più ragionevolmente, a Taiwan. Proprio in Estremo Oriente si è conquistato una solida fama di sciupafemmine: l’industria dei Falsi Gucci sfianca ogni giorno migliaia di giovanissime operaie sottopagate. Negli ultimi tempi è nato un consorzio per la tutela del Vero Falso Gucci, per garantire che il manufatto è un’autentica contraffazione. Infatti è molto difficile distinguere Falso dai veri Gucci: come molti esponenti del clan Gucci, anche Falso Gucci ha avuto guai con la guardia di Finanza ed è controllato dalla malavita. Per fortuna, è impossibile confondere le vere boutiques Gucci con le boutiques Falso Gucci. Per accertarsene, basta provare a entrarci: le vetrine di Falso Gucci sono semplicemente dipinte sul muro.

testi di Lia Celi, disegni di Roberto Grassilli

Almanacco del Giorno Uguale/Venergetico

Grafica, Vignette

Venergetico

Il periodo di reclusione improvviso ha causato ad alcuni una prima fase di grande disorientamento, a cui ha fatto seguito però un rimbalzo di grande energia e creatività. Io per esempio durante la quarantena ho: ammaestrato sei gamberetti, ridipinto la tromba delle scale più e più volte, scritto duecentotre poesie, disegnato quarantun albi per bambini però con testi in curdo stretto, noleggiato la mia bici a Zorro, cucinato centomilamille torte, aggiunto le rime alle 203 poesie che prima mi ero scordato. Ma sto bene eh, mai stato così bene. Vado a fare un po’ di free climbing nel guardaroba, a dopo.

Santo del giorno: Santa Presenzia da Strasburgo. Nipote del famoso Johann Gutenberg, crebbe negli agi di una famiglia patrizia e mostrò da subito una predisposizione all’eloquio e alla testimonianza. Giovinetta, iniziò a mostrarsi ogni giorno alle 18:00 in piedi sulla fontana centrale del borgo ove, a gran voce, predicava consigli per la cura del viso e su come oliare correttamente le balestre di casa. In seguito prese possesso di alcuni balconi sulla via principale dove, ad orari differenti, si produceva in: esercizi ginnici, cantate di madrigali, posta del cuore. Nel mercato del giovedì si presentava regolarmente a suonare il suo corno da caccia, avendo qualche dissidio con i venditori di animali vivi. Un parente prelato le scrisse allora una breve lettera che recitava: “anche meno!” Ma la generosità mistica della futura santa era ormai incontenibile: cominciò a comparire in diretta sulle pagine di alcuni codici miniati, mentre le campane della cattedrale suonavano da sole le notifiche dei suoi nuovi collegamenti. Presenzia morì misteriosamente precipitando dal loggiato di San Pietro a Roma, da cui avrebbe voluto donare al mondo una lezione di Yoga Kundalini.

Nell’orto: L’ego incontenibile della bietole fa ombra a tutte le altre verdure, mentre tutta questa disponibilità della catalogna è quantomeno sospetta. E dire che prima della quarantena non c’erano mai nemmeno per due chiacchiere. Per fortuna che c’è il cardo, che da solo si prende il caldo di questo aprile (è il più simpatico che ci sia).

Detto del giorno: A caval donato / viene il sospetto / che sia di Troia.

Non è finita la comedia, áfixi!

Almanacco del Giorno Uguale/Merconnesso

Illustrazioni, Vignette

Merconnesso

Oggi scopriamo l’era della riunione perenne, con questa nuova modalità 2020 ma purtroppo con un cablaggio del 1997. Nei mercoledì del passato ci si interfacciava col collega per un meeting sui bilanci, oggi interfacciamo più e più volte il cranio contro lo schermo del pc per la scarsezza della connessione (quindi ci intercraniamo).
Le videoconferenze possono iniziare a qualunque ora della giornata e svolgersi per un tempo che forza vigorosamente le regole che Einstein e Hawking si erano presi la briga di fissare. Per affollamento di partecipanti e durata tendente all’infinito, può capitarvi di connettervi su Zoom con un altro voi stesso che però indossa già gli abiti di domani.

Santo del giorno: San Timoteo Senza Campo. Di umili origini contadine, vive una prima giovinezza facendo il gestore di ovini e bovini, ma un giorno riceve la chiamata divina alla vocazione. Il problema è che sente a tratti e inoltre l’immagine di Iddio è frizzata, per cui Timoteo capisce solo le parole: “quantunque” e “otorongo”. Ma non importa: subito si prostra chiedendo altri segni e chiamando il numero dedicato per le informazioni. Purtroppo la musica di attesa è lo spaventoso jingle di Mina sono qui sono là e dopo quasi sessantasei ore così, il ragazzo perde il senno e inizia ad avere visioni mistiche. Da quel momento, per tutta la sua breve vita, si reca ogni mercoledì su una piccola altura e cade in trance, circondato da folle sempre più numerose. Egli sostiene di vedere la Fibra, che è proprio lì davanti!. La gente semplice è con lui, accende lo smarfone e aspetta. Ogni tanto un urlo: “ho cinque tacche!” Ma le autorità restano scettiche, i Santi Gestori non ufficializzeranno mai una effettiva presenza della sacra Fibra su quella collina (ne da nessuna altra parte). Oggi nel sito resta un piccolo ripetitore, fatto a mano dai seguaci, con la scritta: “Però Timoteo, che Fibra!”.
Galateo in casa: per mostrarvi in videochat, potete curare ovviamente la parte superiore del vostro abbigliamento ma vi sconsigliamo di trascurare completamente la parte inferiore. Potrebbe capitare che dobbiate alzarvi all’improvviso per un grave inconveniente domestico. Sconsigliamo quindi: giarrettiere abbinate a pantofole, boxer con scontati riferimenti erotici, asciugamano in vita, animali domestici a medio pelo, gonnellino di banane alla Josephine Baker.

Non è finita la Comedia, näkemiin!

Almanacco del Giorno Uguale/Martedioso

Illustrazioni, Vignette

Martedioso

il giorno in cui andavate al bar a fare un gratta e vinci senza alcuna aspettativa, in cui vi dicevate “ok lunedì non ho fatto molto ma oggi mi ci metto”.

Santo del giorno: San Tedio, martire di se stesso. registrava i propri monologhi noiosissimi su calciomercato, cura del vimpelle, discografia di Luca Carboni, poi li riascoltava. Una volta è morto.

Nell’orto: in questo momento dell’anno potete riempire un mastello d’acqua e segarla in parti uguali. Attenzione ai ligustri. Coprite la fava. Ok che siete in casa ma insomma un po’ di decenza.

Detto del giorno: “oggi tanta quarantena / ma dimàn la stessa pena”.

Non è finita la Commedia. Evivva!

Almanacco dei Giorno Uguale/Lunedrone

Illustrazioni, Vignette

Lunedrone

Primo giorno della settimana, abituato a sentirsi insultare, scherzare, ironizzare in ogni modo. Ora grazie alla quarantena si vendica: gli altri sei giorni sono tristemente sciatti come lui. Fine delle battute brutte sul lunedì.

Santo del Giorno: Sant’Inalto. Precocissimo, già a quattro anni viene colto da momenti di estasi duranti i quali si solleva da terra e si aggira sul soffitto dell’asilo nido. Giovine frate, usa predicare a uomini e bestie spostandosi su una nuvoletta e comparendo all’improvviso sulle loro teste. I superiori dell’ordine notano la sua tenacia: ne’ fionde ne’ cerbottane lo abbattono. Viene quindi eletto Priore e con questo ruolo vola di convento in convento controllando la devozione dei confratelli dalle finestre delle cellette. Si dice che sia lui ad aver pilotato la casetta della Madonna da Nazareth a Loreto, tre ore e mezza da casello a casello.
Muore incidentalmente colpito dal Boccino d’Oro trovandosi per errore in mezzo a una partita di Quidditch.

Nell’orto. È l’ora della cicoria: riceve dalle 11:00 alle 11:45. Le gelate possono ancora rappresentare un rischio per i cardi: coprite le verze. Ignorate la lattuga, che ha la tendenza drammatizzare ogni cosa.

Detto del Giorno: drone di sera / la vedo un po’ nera.

Non è finita la Comedia. Hüvasti!

Almanacco del Giorno Uguale/Domentica

Illustrazioni, Vignette

Domentica

Ho un sogno. Un sogno dove le pagine della mia agenda planning, quelle bianche di tempo, quelle nere di impegni, vivono assieme in pace. Ho un sogno, dove i bambini si levano contro i cento corsi di sport o di musica che massacrano i loro pomeriggi e gridano che si, i bambini hanno diritto di essere tutti ugualmente annoiati. Sogno un Paese dove le riunioni inutili continuano a non tenersi, dove tanta della paccottiglia che producevamo non ricominci ad essere prodotta. Ho un sogno pieno di cose come queste e voglio sognarlo, finché posso dimenticare quale mondo c’era prima della quarantena e quale ci sarà dopo.

Santa del giorno: Santa Smemorina, Fata. Elevata agli onori degli altari nonostante un passato di sospetti legami con ambienti alchemici e per traffico illegale di zucche e carrozze principesche, Smemorina passò l’ultima parte della sua vita a predicare la dimenticanza, il perdono per gli impegni disattesi, per i ritardi ingiustificati. Adorata in ambienti quali aziende ferroviarie e gestori telefonici, compose le Beatitudini del Distratto e morì in odore di santità quella volta che, volando sul suo aereo ricavato da una melanzana sotto incantesimo, scordò che era ormai mezzanotte.

Equilibiro della mente: questi giorni chiedono molto al nostro autocontrollo. Quando dobbiamo starnutire e ci cola il naso sotto la mascherina, ma siamo al supermercato e non possiamo togliere i guanti, anzi, con i medesimi dobbiamo aprire il sacchetto in cui mettiamo la frutta da pesare, ecco, qui serve ricordare l’esercizio con cui abbiamo imparato a distaccare la mente dal corpo, in modo da fluttuare dimentichi dei bestemmioni che le nostre corde vocali stanno autonomamente fonando.

Detto del giorno: Chi va con lo smemorato / dimentica la fine del


Non è finita la Comedia, agur!

Almanacco del Giorno Uguale/Sabbattuto

Illustrazioni, Vignette

Sabbattuto

Il contrario del Venergetici sono i Sabbattuti. All’obbligo di restare in casa sono inizialmente deflagrati come bombe al fosforo, proponendo tutte le loro abilità attraverso finestre, balconi, social, telefoni. Ma non trattandosi di vero desiderio di regalarsi al mondo, in breve si sono ripiegati in un cupo malumore e oscillano come degli zombi senza dei vivi che portino loro un po’ di allegria e di cervello fresco.

Santi del giorno: San Titrovo e San Titracio, monaci benedettini provenienti dalla Serenissima, avevano studiato assieme i fenomeni di bilocazione di Sant’Antonio ed erano considerati fra i maggiori esperti nell’individuare eventi paranormali. Giunta che fu la peste del 1347, i due eruditi crearono un apparecchio per avvisare parenti e vicini della presenza di un nuovo infetto, basato su un complicato sistema di carrucole, secchi e fagiani. I loro insegnamenti furono tramandati dai seguaci che fondarono l’antica Cattedra del Monitore, tutt’ora attiva. È infatti di questi giorni la proposta giunta da questo centro studi, il contributo tutto triveneto di una app in grado di beccare i fessi a rischio contagio che vanno in giro senza precauzioni. Si chiama I MONI e sarà scaricabile a giorni.

Detto del giorno: occhi belli e capelli color grano / ma sotto la mascherina magari c’è un tafàno.

Non è finita la Comedia, sbohem!

Almanacco del Giorno Uguale/VeNerd

Illustrazioni, Vignette

VeNerd

Era il giorno in cui andavi a noleggiare una pila di vhs da Blockbuster, chiedevi ottomila lire per la miscela oppure chiamavi direttamente il servizio 222 di picche col telefono. Insomma, iniziavi una cosa che si chiamava finesettimana.

Santo del Giorno: San Obiuano dei Chenobi. Ancor giovane, partecipò alle guerre stellate dell’Impero, ma un giorno una cicatrice luminosa a forma di fulmine lo colpì sulla strada di Gran Burrone e si convertì. Divenne umile fra gli umili, soccorritore dei poveri disturbati, tipo quelli che ti scrivono “come va?” in un messaggio e non stanno nemmeno a vedere se rispondi, ricomparendo in chat dopo ore ed ore.

La voce degli Astri: le Pleiadi piluccano la coda del Gran Ramarro, orientate il gatto verso Orione. Il vostro segno zodiacale transita in seconda casa. Viene fermato e la multa arriva a voi.

Saggezza antica: s’usava appendere una vecchia console Nintendo sull’uscio. Si pensava tenesse lontani gorilla, draghi, fantasmi, stregoni e idraulici baffuti.

Detto del giorno: “ne’ di venere ne’ di marte / ne’ di lune ne’ di giove / ne’ di sabato ne’ de mercoe / et infin manco la domenca”.

Non è finita la Comedia. À bientôt!

Almanacco del Giorno Uguale/Mercollerico

Illustrazioni, Vignette

Mercollerico

Questo era il giorno della spesa di mezza settimana, la roba fresca e il sacchetto di insalata già lavata. Rimbalzavate le prime proposta-invito per il fine settimana, pregustandovi i due di picche belli corposi del sabato.

Santo del giorno: Sant’Iroso della Bile, protettore dei rosiconi, dei risentiti, dei delatori da balcone. Iroso nacque in una famiglia di devoti pellegrini, appena seienne denunciò i genitori che si erano incamminati verso Compostela, allontanandosi da casa più di 500 metri. Morì travolto dalla maratona di New York, imbizzarritasi all’improvviso.

Fasi lunari: sesto quarto calante in do diesis, momento ideale per potare i ravanelli. Capovolgete i porri. Non invitate lontre per il te’ o quantomeno predisponete ciabattine sull’uscio.

Detto del giorno: “A’ Madonna vol Novena / stu viruss a’ Quarantena”.

Non è finita la Comedia. Ajelulla!

Almanacco del Giorno Uguale

Illustrazioni, Varie, Vignette
Lunedrone

primo giorno della settimana, abituato a sentirsi insultare, scherzare, ironizzare in ogni modo. Mo’ ora si vendica: gli altri sei giorni sono uguali a lui! Fine delle brutte battute sul lunedì.
Santo del Giorno: Sant’Inalto. Precocissimo, già a quattro anni viene colto da momenti di estasi duranti i quali si solleva da terra e si aggira sul soffitto dell’asilo nido. Giovine frate, usa predicare a uomini e bestie spostandosi su una nuvoletta e comparendo all’improvviso sulle loro teste. I superiori dell’ordine notano la sua tenacia: ne’ fionde ne’ cerbottane lo abbattono. Viene quindi eletto Priore e con questo ruolo vola di convento in convento controllando la devozione dei confratelli dalle finestre delle cellette. Si dice che sia lui ad aver pilotato la casetta della Madonna da Nazareth a Loreto, tre ore e mezza da casello a casello. Muore incidentalmente colpito dal Boccino d’Oro trovandosi per errore in mezzo a una partita di Quidditch.
Nell’orto. È l’ora della cicoria: riceve dalle 11:00 alle 11:45. Le gelate possono ancora rappresentare un rischio per i cardi: coprite le verze. Ignorate la lattuga, che ha la tendenza drammatizzare ogni cosa.
Detto del Giorno: drone di sera / la vedo un po’ nera.
Non è finita la Comedia. Hüvasti!
800lunedrone

Martedioso
il giorno in cui andavate al bar a fare un gratta e vinci senza alcuna aspettativa, in cui vi dicevate “ok lunedì non ho fatto molto ma oggi mi ci metto”.

Santo del giorno: San Tedio, martire di se stesso. registrava i propri monologhi noiosissimi su calciomercato, cura del vimpelle, discografia di Luca Carboni, poi li riascoltava. Una volta è morto.

Nell’orto: in questo momento dell’anno potete riempire un mastello d’acqua e segarla in parti uguali. Attenzione ai ligustri. Coprite la fava. Ok che siete in casa ma insomma un po’ di decenza.

Detto del giorno: “oggi tanta quarantena / ma dimàn la stessa pena”.

Non è finita la Commedia. Evivva!

600martedioso

MERCOLLERICO
Era il giorno della spesa di mezza settimana, la roba fresca e il sacchetto di insalata già lavata. In questo giorno rimbalzavate già qualche proposta-invito per il fine settimana, pregustandovi i due di picche belli corposi del sabato.
Santo del giorno: Sant’Iroso della Bile, protettore dei rosiconi, dei risentiti, dei delatori da balcone. Iroso nacque in una famiglia di devoti pellegrini, appena seienne denunciò i genitori che si erano incamminati verso Compostela, allontanandosi da casa più di 500 metri. Morì travolto dalla maratona di New York, imbizzarritasi all’improvviso.
Fasi lunari: sesto quarto calante in do diesis, momento ideale per potare i ravanelli. Capovolgete i porri. Non invitate lontre per il te’ o quantomeno predisponete ciabattine sull’uscio.
Detto del giorno: “A’ Madonna vol Novena / stu viruss a’ Quarantena”.
Non è finita la Comedia. Ajelulla!

800mercollerico

GIOVEDISPERSO
Anche quando non eravamo così disorientati, questo era il giorno del Grande Inceppo. Mentre spulciavamo le prossime ottanta cose da fare, ci accorgevamo di colpo di averne dimenticate duecentocinquanta dei giorni precedenti. Lo stallo poteva durare ore, fino a quando una arietta da fine settimana iniziava a spirare dalle finestrelle dell’agenda.
Santo del giorno: Santa Afasia, fondatrice dell’Ordine delle Disorientate di Quella Là, la mamma di Quell’Altro, il Boss, dai. Si celebra la sua festa in una data scritta da qualche parte su un post-it.
Lavoretti in cucina: il momento ideale per le confetture di frullato di papero. Allineate i vasetti in una madia in ombra e ben asciutta. Ricoprite di calce viva.
Usanze e tradizioni: oggi vestitevi di giallo, ritrovate la ciabatta che avete perso lunedì, orientate il mucchio della roba da lavare in modo che il feng shui interrompa la puzza.
Detto del giorno: “Se l’april ti sembra scarso / ve’ che merda è stato marzo”.
Non è finita la Comedia. Prosit!

800giovedisperso

Venergetico
Il periodo di reclusione improvviso ha causato ad alcuni una prima fase di grande disorientamento, a cui ha fatto seguito però un rimbalzo di grande energia e creatività. Io per esempio durante la quarantena ho: ammaestrato sei gamberetti, ridipinto la tromba delle scale più e più volte, scritto duecentotre poesie, disegnato quarantun albi per bambini però con testi in curdo stretto, noleggiato la mia bici a Zorro, cucinato centomilamille torte, aggiunto le rime alle 203 poesie che prima mi ero scordato. Ma sto bene eh, mai stato così bene. Vado a fare un po’ di free climbing nel guardaroba, a dopo.
Santo del giorno: Santa Presenzia da Strasburgo. Nipote del famoso Johann Gutenberg, crebbe negli agi di una famiglia patrizia e mostrò da subito una predisposizione all’eloquio e alla testimonianza. Giovinetta, iniziò a mostrarsi ogni giorno alle 18:00 in piedi sulla fontana centrale del borgo ove, a gran voce, predicava consigli per la cura del viso e su come oliare correttamente le balestre di casa. In seguito prese possesso di alcuni balconi sulla via principale dove, ad orari differenti, si produceva in: esercizi ginnici, cantate di madrigali, posta del cuore. Nel mercato del giovedì si presentava regolarmente a suonare il suo corno da caccia, avendo qualche dissidio con i venditori di animali vivi. Un parente prelato le scrisse allora una breve lettera che recitava: “anche meno!” Ma la generosità mistica della futura santa era ormai incontenibile: cominciò a comparire in diretta sulle pagine di alcuni codici miniati, mentre le campane della cattedrale suonavano da sole le notifiche dei suoi nuovi collegamenti. Presenzia morì misteriosamente precipitando dal loggiato di San Pietro a Roma, da cui avrebbe voluto donare al mondo una lezione di Yoga Kundalini.
Nell’orto: l’ego incontenibile della bietole fa ombra a tutte le altre verdure, mentre tutta questa disponibilità della catalogna è quantomeno sospetta. E dire che prima della quarantena non c’erano mai nemmeno per due chiacchiere. Per fortuna che c’è il cardo, che da solo si prende il caldo di questo aprile (è il più simpatico che ci sia).
Detto del giorno: a caval donato / viene il sospetto / che sia di Troia.
Non è finita la comedia, áfixi!

700venergetico

Sabbattuto
Il contrario del Venergetici sono i Sabbattuti. All’obbligo di restare in casa sono inizialmente deflagrati come bombe al fosforo, proponendo tutte le loro abilità attraverso finestre, balconi, social, telefoni. Ma non trattandosi di vero desiderio di regalarsi al mondo, in breve si sono ripiegati in un cupo malumore e oscillano come degli zombi senza dei vivi che portino loro un po’ di allegria e di cervello fresco.
Santi del giorno: San Titrovo e San Titracio, monaci benedettini provenienti dalla Serenissima, avevano studiato assieme i fenomeni di bilocazione di Sant’Antonio ed erano considerati fra i maggiori esperti nell’individuare eventi paranormali. Giunta che fu la peste del 1347, i due eruditi crearono un apparecchio per avvisare parenti e vicini della presenza di un nuovo infetto, basato su un complicato sistema di carrucole, secchi e fagiani. I loro insegnamenti furono tramandati dai seguaci che fondarono l’antica Cattedra del Monitore, tutt’ora attiva. È infatti di questi giorni la proposta giunta da questo centro studi, il contributo tutto triveneto di una app in grado di beccare i fessi a rischio contagio che vanno in giro senza precauzioni. Si chiama I MONI e sarà scaricabile a giorni.
Detto del giorno: occhi belli e capelli color grano / ma sotto la mascherina magari c’è un tafàno.
Non è finita la Comedia, sbohem!

700Sabbattuto

Domentica
Ho un sogno. Un sogno dove le pagine della mia agenda planning, quelle bianche di tempo, quelle nere di impegni, vivono assieme in pace. Ho un sogno, dove i bambini si levano contro i cento corsi di sport o di musica che massacrano i loro pomeriggi e gridano che si, i bambini hanno diritto di essere tutti ugualmente annoiati. Sogno un Paese dove le riunioni inutili continuano a non tenersi, dove tanta della paccottiglia che producevamo non ricominci ad essere prodotta. Ho un sogno pieno di cose come queste e voglio sognarlo, finché posso dimenticare quale mondo c’era prima della quarantena e quale ci sarà dopo.
Santa del giorno. Santa Smemorina, Fata. Elevata agli onori degli altari nonostante un passato di sospetti legami con ambienti alchemici e per traffico illegale di zucche e carrozze principesche, Smemorina passò l’ultima parte della sua vita a predicare la dimenticanza, il perdono per gli impegni disattesi, per i ritardi ingiustificati. Adorata in ambienti quali aziende ferroviarie e gestori telefonici, compose le Beatitudini del Distratto e morì in odore di santità quella volta che, volando sul suo aereo ricavato da una melanzana sotto incantesimo, scordò che era ormai mezzanotte.
Equilibiro della mente: questi giorni chiedono molto al nostro autocontrollo. Quando dobbiamo starnutire e ci cola il naso sotto la mascherina, ma siamo al supermercato e non possiamo togliere i guanti, anzi, con i medesimi dobbiamo aprire il sacchetto in cui mettiamo la frutta da pesare, ecco, qui serve ricordare l’esercizio con cui abbiamo imparato a distaccare la mente dal corpo, in modo da fluttuare dimentichi dei bestemmioni che le nostre corde vocali stanno autonomamente fonando.
Detto del giorno: Chi va con lo smemorato / dimentica la fine del
Non è finita la Comedia, agur!

700Domentica

Martesissimo
Dimenticate i paciosi martedì di quando la vostra settimana tracagnotta pian piano s’attivava, dopo lo shock del lunedì. Siamo ai tempi del Martesissimo, poche palle: sopravvive chi estrae più velocemente il dito medio. Oggi niente comprensione e niente comprendonio. L’ultimo sapone disinfettante dello scaffale è il vostro orizzonte. Mors tua, flacone mio.
Santo del giorno: Santa Vanesse Lunga, patrona della gente in fila. Partecipò alla perigliosa Crociata dei Buoni (sconto), XIII secolo, armata del solo carrello per la spesa. Spinta da una fede incrollabile e dall’ardente bisogno di rientrare in tempo per Uomini e Donne, travolse infedeli e indecisi della corsia biscotti/merendine. Ancora oggi viene invocata la sua intercessione nei casi più difficili con offerte (almeno del 30%) davanti alle sue immagini sacre. A lei vengono attribuite le miracolose apparizioni di mascherine in alcune farmacie.
Accadde oggi: riferendoci agli ultimi sei martedì: una minchia di niente.
Prendiamoci cura di noi: in questo momento emergenziale, il governo ha pensato ad una app attraverso la quale potete richiede un intervento speciale per i vostri capelli abbandonati all’incuria. Con apposita prenotazione, il presidente Mattarella in persona verrà a sistemarvi il bulbo, lasciandovi anche una copia della Costituzione.
Detto del Giorno: tanto va la gatta al lardo / che si scorda lo scontrino
Non è finita la Comedia, čoskoro sa uvidíme!

600martesissimo

Merconnesso
Oggi scopriamo l’era della riunione perenne, con questa nuova modalità 2020 ma purtroppo con una rete del 1997. Nei mercoledì del passato ci si interfacciava col collega per un meeting sui bilanci, oggi interfacciamo più e più volte il cranio contro lo schermo del pc per la scarsezza della connessione (quindi ci intercraniamo). Le videoconferenze possono iniziare a qualunque ora della giornata e svolgersi per un tempo che forza vigorosamente le regole che Einstein e Hawking si erano presi la briga di fissare. Per affollamento di partecipanti e durata tendente all’infinito, può capitarvi di connettervi su Zoom con un altro voi stesso che però indossa già gli abiti di domani.
Santo del giorno: San Timoteo Senza Campo. Di umili origini contadine, vive una prima giovinezza facendo il gestore di ovini e bovini, ma un giorno riceve la chiamata divina alla vocazione. Il problema è che sente a tratti e inoltre l’immagine di Iddio è frizzata, per cui Timoteo capisce solo le parole: “quantunque” e “otorongo”. Ma non importa: subito si prostra chiedendo altri segni e chiamando il numero dedicato per le informazioni. Purtroppo la musica di attesa è lo spaventoso jingle di Mina sono qui sono là e dopo quasi sessantasei ore così il ragazzo perde il senno e inizia ad avere visioni mistiche. Da quel momento, per tutta la sua breve vita, si reca ogni mercoledì su una piccola altura e cade in trance, circondato da folle sempre più numerose. Egli sostiene di vedere la Fibra, che è proprio lì davanti!. La gente semplice è con lui, accende lo smarfone e aspetta. Ogni tanto un urlo: “ho cinque tacche!” Ma le autorità restano scettiche, i Santi Gestori non ufficializzeranno mai una effettiva presenza della sacra Fibra su quella collina (ne da nessuna altra parte). Oggi nel sito resta un piccolo ripetitore, fatto a mano dai seguaci, con la scritta: Però Timoteo, che Fibra!”.
Galateo in casa: per mostrarvi in videochat, potete curare ovviamente la parte superiore del vostro abbigliamento ma vi sconsigliamo di trascurare completamente la parte inferiore. Potrebbe capitare che dobbiate alzarvi all’improvviso per un grave inconveniente domestico. Sconsigliamo quindi: giarrettiere abbinate a pantofole, boxer con scontati riferimenti erotici, asciugamano in vita, animali domestici a medio pelo, gonnellino di banane alla Josephine Baker.
Non è finita la Comedia, näkemiin!

700Merconnesso

VeNerd
era il giorno in cui andavi a noleggiare una pila di vhs da Blockbuster, chiedevi ottomila lire per la miscela oppure chiamavi direttamente il servizio 222 di picche col telefono. Insomma, iniziavi una cosa che si chiamava finesettimana.
Santo del Giorno: San Obiuano dei Chenobi. Ancor giovane, partecipò alle guerre stellate dell’Impero, ma un giorno una cicatrice luminosa a forma di fulmine lo colpì sulla strada di Gran Burrone e si convertì. Divenne umile fra gli umili, soccorritore dei poveri disturbati, tipo quelli che ti scrivono “come va?” in un messaggio e non stanno nemmeno a vedere se rispondi, ricomparendo in chat dopo ore ed ore.
La voce degli Astri: le Pleiadi piluccano la coda del Gran Ramarro, orientate il gatto verso Orione. il vostro segno zodiacale transita in seconda casa. Viene fermato e la multa arriva a voi.
Saggezza antica: s’usava appendere una vecchia console Nintendo sull’uscio. Si pensava tenesse lontani gorilla, draghi, fantasmi, stregoni e idraulici baffuti.
Detto del giorno: “ne’ di venere ne’ di marte / ne’ di lune ne’ di giove / ne’ di sabato ne’ de mercoe / e infin manco la domenca”.
Non è finita la Comedia. À bientôt!

800VeNerd