Hack la victoria!

Illustrazioni, Satira, Varie

Istruzioni:
DIventa il nuovo leader del centrosinistra!
Compatta I soggetti sociali sul tuo nome!

Conduci finalmente alla vittoria il PD nonostante D’Alema e Veltroni!
Ti aiuterà nel tuo cammino Margherita Hack, una che non na perso la bussola in questo casino!
Lancia i dadi (due) e avanza: ogni volta che finisci su una casella “Hack!” avanzi ancora degli stessi numeri. Ma attento! Mille trappole e impedimenti costellano l’ascesa di un leader!
Arrivato alla casella 90 avrai vinto e sarai Leader MaxImo. Ma occhio, devi cadere esattamente sulla casella altrimenti torni indietro di tutti i numeri che avanzano. Hack la victoria!

“Gioco dell’Hack”, per diventare i nuovi leader della sinistra italiana. Realizzato per il Misfatto (inserto satiro del Fatto Quotidiano) dell’11/9/11. I testi sono di Stefano Disegni e Riccardo Cascino.

Pelli e dannati: Milano impazzisce per un Gucci conciato male

Illustrazioni, Vignette

Sollievo fra i coccodrilli: con lo morte di Maurizio Gucci si estingue lo più feroce dinastia di scotennatori di rettili pregiati: Ma questa tragica morte è solo l’ultimo episodio di una saga di odi e tradimenti nella più schietta tradizione del made in Italy. Anche «Cuore» vuole rendere omaggio alla pittoresca casata dei Borgia della pelletteria: ecco l’albero genealoglco, della famiglia Gucci. Di padre in figlio, un solo motto: va’ dove ti porta il cuoio.

  • articolo di Lia Celi uscito su Cuore del 1/4/1995. Il pezzo venne scritto conseguentemente all’uccisione di Maurizio Gucci.

Guccio Gucci (1881- 1953)
Allievo della scuola fiorentina di taglia-pelli “Paccio Pacciani”, Guccio, leggendario fondatore della dinastia, agli inizi del secolo emigra emigra dalla natia Firenze a Londra, dove per mantenersi lavora come facchino al prestigioso Hotel Savoy. Qui, su consiglio del collega Samson Samsonite, Guccio apre un fiorente commercio di valigie di lusso – quelle lasciate incustodite dai clienti del Savoy. L’attività gli fa conoscere la sua futura consorte Vuittonne Vuitton, una vivace pochette francese che si sbottona con estrema facilità. Tornato in patria, produce insieme alla moglie i primi modelli in vera pelle con inserti in osso e perfettamente lavabili: cinque figli, subito marchiati a fuoco con la celebre doppia G e mandati in bottega, dove Guccio tenta di venderli come beauty case. Ma a conquistare le dame di tutta Europa è una sua creazione degli anni ’20: un piccolo astuccio in nappa zigrinata, di elegante forma cilindrica, che Guccio, animato dall’impareggiabile buon gusto del fiorentino purosangue, battezza “l’ bischero”. Muore a settantadue anni nel suo laboratorio, divorato da una imitazione di pitone riuscita troppo bene.

Accio Gucci (1912- 1960]
Accio, figlio di Guccio, fe’ una bisaccia di buccia di luccio. E tutti i pesci seguivan la traccia della bisaccia di buccia di luccio fatta da Accio figlio di Guccio. Di lui non si sa altro.

Laccio Gucci (1920-1978)
Nipote di Guccio, viene considerato il Newton della calzoleria fiorentina. E’ il primo a rendersi conto dei limiti della tradizionale scarpa fatta a mano; decide così di farla a piede, una forma più confortevolee adatta allo scopo. Ed è solo la prima delle sue invenzioni: oltre agli scarponi senza suola per carmelitani alpinisti e alle scarpe di filetto, molto più sostanziose di quelle di vitello; laccio crea l’inimitabile mocassino Gucci. E’ l’unico mocassino con le stringhe, particolare che lo rende del tutto simile a una normale scarpa da uomo, a parte il fatto che costa dieci volte tanto. Muore di crepacuore quando la sua unica figlia gli comunica l’intenzione di farsi suola (argh].

Moccio Gucci (1936-1994)
Così chiamato per una forma congenita di raffreddore che lo perseguiterà tutta la vita, Moccio apre nuovi orizzonti nella corameria. Di ritorno dagli Usa, dove ha frequentato un master in scotennamento presso il «Sioux College» di Dakota City, prova con successo a conciare la pelle di un grosso ruminante italiano altrimenti improduttivo: suo fratello gemello Goccio Gucci, notorio ubriacone del jet set, la cui carnagione, di un modernissimo color melanzana, consente un notevole risparmio sulle spese di tintura. Famoso per ammorbidire la pelle a suon di ceffoni, dagli anni ’60 Moccio diventa per il bel mondo internazionale il fornitore ufficiale di accessori di coccodrillo: sue le borsette di Grace Kelly, la faccia di Marta Marzotto, le lacrime della famiglia Gardini. Appassionato di gioco d’azzardo, l’ultima scommessa gli è fatale: «Vado a cena da mio fratello Uccio: venti a uno che torno sano e salvo».

Groucho Gucci (1925-1975)
Attore e musicista, ha portato l’arte della pelletteria nel mondo delIo spettacolo. Il segreto della sua visionaria creatività? La colla da conciatore, che aspira in dosi da cavallo fin da bambino. Inizia la carriera nel cinema infilando una serie di successi internazionali come Conciando sotto la pioggia, La pelle, Oh cincillà. Poi Groucho scopre il rock ‘n’ roll e, con lo pseudonimo di Frank Nappa, fra gli anni ’50 e ’60 sforna capolavori come Blue Suede Shoes, All You Need is Giove e soprattutto Guccy In The Skai With Diamonds, dedicata a un nuovo modello di borsetta da sera. Si suicida negli anni Settanta, dopo che un’overdose di colla gli ha ispirato una spaventosa allucinazione: il primo borsello.

Gruccia Gucci (1945- )
Dì lei nonno Guccio diceva «Sarà la mia croce». Secondo il patriarca, infatti, le femmine del Clan non erano vere Gucci: «Un ci hanno il manico – lamentava il patriarca, – e sono piene di buhi. La mi’ offiscina ‘un ha mai prodotto robaccia del genere».Eppure, fra le donne del clan ricordiamo di passaggio l’imbarazzante cugina bolognese Soccia Gucci e Miccia Gucci, la famigerata terrorista nera. Gruccia è l’unica a conquistarsi un posto al sole: Con gli anni la ragazza diventa la vera anima di ogni guardaroba griffato: negli anni Sessanta la sua figura magra, legnosa e assolutamente inespressiva, ne fa la modelIa ideale per i più grandi disegnatori di moda. Sul finire della carriera, convola a nozze con un mercante d’arte newyorchese, insieme al quale fonda il Guccenheim Museum.

Falso Gucci (1950- )
Esponente di un ramo spurio della famiglia, non si conosce il suo luogo dì nascita. Chi lo colloca tra Forcella e San Marino, chi, più ragionevolmente, a Taiwan. Proprio in Estremo Oriente si è conquistato una solida fama di sciupafemmine: l’industria dei Falsi Gucci sfianca ogni giorno migliaia di giovanissime operaie sottopagate. Negli ultimi tempi è nato un consorzio per la tutela del Vero Falso Gucci, per garantire che il manufatto è un’autentica contraffazione. Infatti è molto difficile distinguere Falso dai veri Gucci: come molti esponenti del clan Gucci, anche Falso Gucci ha avuto guai con la guardia di Finanza ed è controllato dalla malavita. Per fortuna, è impossibile confondere le vere boutiques Gucci con le boutiques Falso Gucci. Per accertarsene, basta provare a entrarci: le vetrine di Falso Gucci sono semplicemente dipinte sul muro.

testi di Lia Celi, disegni di Roberto Grassilli

Agosto dei libri: “La polizia della nanna”

drawings for children, Illustrazioni, La Presse

Sonia Basilico

Questo è per me forse il libro più bello dell’anno, il più significativo. Pace e amore, lo riassumerei così.
Siete preoccupati per i danni derivanti dalla condivisione delle notti fra adulti e bambini? Allora questa lettura non fa per voi. Quanti sensi di colpa si riversano oggi sulle giovani famiglie, quanto materiale ad uso degli psicologi, ma chi ci parla fra queste pagine lo fa con ironia e cura, è padre di quattro figli e ci offre un messaggio di grande amore: “dormire con chi ci vuole bene è il più bello degli incantesimi notturni”.
Roberto Grassilli e Lia Celi sono stati polinotti felici e chiedono ai poliziotti sempre in allerta di guardare con il cuore aperto all’amore che poco ha a che fare con i rigidi regolamenti.Un grande fumettista e illustratore, uno scrittore satirico che ricordiamo nella grande avventura editoriale di Cuore di Michele Serra, già conosciuto quest’anno con un altro capolavoro come La realtà diminuita, ci diverte anche nelle ambientazioni scelte per questo libro notturno, una casa con arredamento di design, piena di mirabilia e passioni, abitata da cinefili, amanti dei film a tema notturno.
Animali domestici e piante si trovano benissimo in questa famiglia aperta a tutti, crescono e prosperano liberi e amati.
La fantasia, l’amore e l’ironia sono la cifra di questo grande #riminesedelleneraviglie e del suo libro che porterò sempre con me.

(dalla pagina FB di Sonia: https://www.facebook.com/sonia.basilico )

Intervista

La Presse

di Alessandra Farro

Si nascondono nelle ombre notturne, alla luce spariscono, sono piccoli e rotondi, sono i ‘polinotte’, di Roberto Grassilli, che continua a sfornare bellissimi albi illustrati per i più piccoli. “La polizia della nanna”, Sabir Editore, racconta in modo originale e divertente il momento in cui i bimbi, ma anche i grandi, che si addormentano sul divano o sulla poltrona vengono riportati nei propri letti. Grassilli immagina che ci sia un comparto delle forze dell’ordine a riportare l’ordine notturno alle famiglie addormentate.

Come nasce l’dea di una polizia della nanna?

“Si tratta di una storia di vita vissuta. I poliziotti della nanna, anzi i polinotte, erano uno scherzo tra me e mia moglie. Quando avevamo le nostre prime due piccole figlie, nate a due anni di distanza, che dopo cena crollavano tra le nostre braccia, noi le riportavamo a letto. Dopo un po’ si svegliavano arrabbiate e disorientate. Mia moglie è una scrittrice, ed anche io sono un inventore di storie, per cui cominciavamo a fantasticare: così ci venne in mente la polizia della nanna, il dipartimento che si occupa di mettere ognuno nel suo letto. L’idea dei poliziotti che si aggirano in casa di notte con l’aspetto buffo (immagino sempre le cose con un aspetto divertente) era la storia che raccontavamo alle nostre bambine, quando ho avuto l’occasione di proporre alcune idee per dei libri illustrati la polizia della nanna è tornata all’attacco”.

Quali sono le caratteristiche dei polinotto?

“Li ho disegnati con la divisa arricchita dai simboli notturni, per cui con le stelle, la luna, i pianeti. Sono un corpo parallelo delle forze dell’ordine con dei poteri un po’ magici. Non si sa come fanno a entrare nelle case, né come fanno a stare tutti insieme nella piccola macchina che li scarrozza in giro. Lo stile con cui li ho disegnati mi è venuto in mente pensando all’ispettore Clouseau de ‘La pantera rosa’, anzi a una sua caricatura. A farci attenzione, il capo del gruppo della polinotte è una specie di ispettore Clouseau più buffo”.

Nessuno può vederli però.

“Avevo in mente questo mondo notturno, partendo dalle mie fantasie da bambino. Ero convinto che nel buio si nascondesse qualcosa di misterioso, che non riesci mai a vedere, perché se accendi la luce scompare, proprio come accade alla polizia della nanna, che non può farsi vedere dagli esseri umani e scompare alla luce, esattamente come accade a tutte le fiabe: vivono nell’ombra e nel segreto”.

Una storia per i più piccoli, ma anche per i grandi: vengono riportati anche loro all’ordine dagli agenti.

“Sì, perché questi poliziotti hanno dei poteri illimitati, possono rimettere a letto tutti: i piccoli, gli adulti, i cani, i gatti, ma sono pasticcioni, per cui finiscono anche per portarli tutti sullo stesso letto, se vedono che la famiglia sta bene, nonostante il regolamento non lo consentirebbe, lasciano che dormano insieme. Anche questa caratteristica è ispirata alla mia famiglia. Non siamo mai stati gentiori troppo rigorosi, non siamo stati circondati da suocere e parenti che ci ammonissero, così, se sentivamo che i nostri piccoli piangevano da soli nel lettino, gli permettevamo di dormire con noi. Avevamo i nostri dubbi su questo metodo, il nostro pediatra, poi, ci disse che la vita, quando saranno grandi, li sottoporrà a dolori e dispiacere, perché non fargli un bel bagno di amore finché si può? In fin dei conti, così non abbiamo mai passato notti insonni ed eravamo tutti contenti. La chiave è che si faccia un po’ come ci si sente, i bambini hanno bisogno di spazi diversi, ognuno dei nostri quattro figli ha deciso autonomamente quando era il momomento di dormire da soli. Alle presentazioni ridono di più i genitori che i bambini, che si ritrovano nella figura del papà che si addormenta col telecomando in mano e nella mamma con la faccia sul libro. Poi i bimbi hanno la possibilità di arruolarsi al corpo di polizia, disegnando la propria divisa. Io do a ognuno di loro un numero di matricola, mai lo stesso, e si divertono come matti”.

Sonia Basilico: un volano per la fantasia

Illustrazioni

🌻 𝔻𝕚𝕔𝕖𝕞𝕓𝕣𝕖 𝕗𝕦𝕠𝕣𝕚 🌻
Giorno per giorno, 31 libri per bambini e ragazzi pubblicati nel 2020.

DODICI DICEMBRE
ⓘⓝⓥⓔⓝⓣⓐⓡⓔ
LA REALTÀ DIMINUITA
Roberto Grassilli

Ed. Sabir

Dopo tanti mesi passati in casa, ho cercato parole e immagini che ci invitino altrove, storie che sappiano guidarci all’aperto e fra gli altri.Giocare, guardare, cercarsi, esplorare, perdersi, fuggire, allearsi, coltivare, raccogliere, immaginare, passeggiare, amare, costruire, creare, cantare, accamparsi, sconfinare, sporcarsi, superare, sconvolgere, scegliere, viaggiare, approdare, accogliere, risalire, scorrazzare, scoprire, sezionare, inventare, imitare, riconoscersi, leggere… saranno i verbi guida fra le pagine dei libri.


“Una casa come tante”, recita la quarta di copertina. Di case e di cose, di sguardi, disegno, fantasia e fotografia ci parla questo bell’albo illustrato. Quanto tempo abbiamo passato in casa insieme ai bambini nell’ultimo anno, quante occasioni per scoprire, riscoprire le stanze, insieme a tutti gli oggetti che contengono, quegli utensili domestici che fino ad oggi conoscevamo solo per la loro utilità pratica, ma che, attraverso uno sguardo nuovo e un’invenzione, potrebbero sorprenderci. “Ogni casa è disegnata”, scrive Roberto Grassilli, fumettista, illustratore, grafico riminese, autore ironico che fu anima della redazione del mitico giornale satirico anni ‘80-‘90 Cuore, e fu animatore negli studios londinesi di Spielberg. Lampade, caffetterie, maniglie, termosifoni, serrature, spazzole, caloriferi, oggetti ambientati là dove abitano le nostre case, a cui Roberto ha aggiunto una parte disegnata a matita su un foglio di carta per trasformarli in qualcos’altro. Ideazione, disegno manuale, accostamento, composizione, scatto fotografico et voilà: realtà diminuita.
Fisso il foglio con un pezzetto di scotch, uso la matita come l’asta del famoso salto sportivo e, se davvero per entrare nella Realtà Diminuita serve solo un po’ di forza in più e un po’ di rigidezza in meno, se bisogna quantomeno crederci (come al binario 9 3/4 di Harry Potter), eccomi, salto”. Dice l’autore. Nell’epoca delle app, della augmented reality, del virtuale spinto, eccoci a viaggiare in punta di matita e scatto fotografico. Oggetti che diventano personaggi, cose che diventano storie, case che ci parlano a cui noi diamo voce inventando mondi alieni, esterni e domestici insieme. Un volano per la fantasia, l’osservazione e la creatività, un libro aperto alle infinite possibilità, tanti spunti da cui partire per lasciarci portare altrove.
Perchè “la magia non è nascosta, è per tutti”.
#riminesidellemeraviglie


Sonia Basilico

Almanacco del Giorno Uguale/Venergetico

Grafica, Vignette

Venergetico

Il periodo di reclusione improvviso ha causato ad alcuni una prima fase di grande disorientamento, a cui ha fatto seguito però un rimbalzo di grande energia e creatività. Io per esempio durante la quarantena ho: ammaestrato sei gamberetti, ridipinto la tromba delle scale più e più volte, scritto duecentotre poesie, disegnato quarantun albi per bambini però con testi in curdo stretto, noleggiato la mia bici a Zorro, cucinato centomilamille torte, aggiunto le rime alle 203 poesie che prima mi ero scordato. Ma sto bene eh, mai stato così bene. Vado a fare un po’ di free climbing nel guardaroba, a dopo.

Santo del giorno: Santa Presenzia da Strasburgo. Nipote del famoso Johann Gutenberg, crebbe negli agi di una famiglia patrizia e mostrò da subito una predisposizione all’eloquio e alla testimonianza. Giovinetta, iniziò a mostrarsi ogni giorno alle 18:00 in piedi sulla fontana centrale del borgo ove, a gran voce, predicava consigli per la cura del viso e su come oliare correttamente le balestre di casa. In seguito prese possesso di alcuni balconi sulla via principale dove, ad orari differenti, si produceva in: esercizi ginnici, cantate di madrigali, posta del cuore. Nel mercato del giovedì si presentava regolarmente a suonare il suo corno da caccia, avendo qualche dissidio con i venditori di animali vivi. Un parente prelato le scrisse allora una breve lettera che recitava: “anche meno!” Ma la generosità mistica della futura santa era ormai incontenibile: cominciò a comparire in diretta sulle pagine di alcuni codici miniati, mentre le campane della cattedrale suonavano da sole le notifiche dei suoi nuovi collegamenti. Presenzia morì misteriosamente precipitando dal loggiato di San Pietro a Roma, da cui avrebbe voluto donare al mondo una lezione di Yoga Kundalini.

Nell’orto: L’ego incontenibile della bietole fa ombra a tutte le altre verdure, mentre tutta questa disponibilità della catalogna è quantomeno sospetta. E dire che prima della quarantena non c’erano mai nemmeno per due chiacchiere. Per fortuna che c’è il cardo, che da solo si prende il caldo di questo aprile (è il più simpatico che ci sia).

Detto del giorno: A caval donato / viene il sospetto / che sia di Troia.

Non è finita la comedia, áfixi!

Almanacco del Giorno Uguale/Merconnesso

Illustrazioni, Vignette

Merconnesso

Oggi scopriamo l’era della riunione perenne, con questa nuova modalità 2020 ma purtroppo con un cablaggio del 1997. Nei mercoledì del passato ci si interfacciava col collega per un meeting sui bilanci, oggi interfacciamo più e più volte il cranio contro lo schermo del pc per la scarsezza della connessione (quindi ci intercraniamo).
Le videoconferenze possono iniziare a qualunque ora della giornata e svolgersi per un tempo che forza vigorosamente le regole che Einstein e Hawking si erano presi la briga di fissare. Per affollamento di partecipanti e durata tendente all’infinito, può capitarvi di connettervi su Zoom con un altro voi stesso che però indossa già gli abiti di domani.

Santo del giorno: San Timoteo Senza Campo. Di umili origini contadine, vive una prima giovinezza facendo il gestore di ovini e bovini, ma un giorno riceve la chiamata divina alla vocazione. Il problema è che sente a tratti e inoltre l’immagine di Iddio è frizzata, per cui Timoteo capisce solo le parole: “quantunque” e “otorongo”. Ma non importa: subito si prostra chiedendo altri segni e chiamando il numero dedicato per le informazioni. Purtroppo la musica di attesa è lo spaventoso jingle di Mina sono qui sono là e dopo quasi sessantasei ore così, il ragazzo perde il senno e inizia ad avere visioni mistiche. Da quel momento, per tutta la sua breve vita, si reca ogni mercoledì su una piccola altura e cade in trance, circondato da folle sempre più numerose. Egli sostiene di vedere la Fibra, che è proprio lì davanti!. La gente semplice è con lui, accende lo smarfone e aspetta. Ogni tanto un urlo: “ho cinque tacche!” Ma le autorità restano scettiche, i Santi Gestori non ufficializzeranno mai una effettiva presenza della sacra Fibra su quella collina (ne da nessuna altra parte). Oggi nel sito resta un piccolo ripetitore, fatto a mano dai seguaci, con la scritta: “Però Timoteo, che Fibra!”.
Galateo in casa: per mostrarvi in videochat, potete curare ovviamente la parte superiore del vostro abbigliamento ma vi sconsigliamo di trascurare completamente la parte inferiore. Potrebbe capitare che dobbiate alzarvi all’improvviso per un grave inconveniente domestico. Sconsigliamo quindi: giarrettiere abbinate a pantofole, boxer con scontati riferimenti erotici, asciugamano in vita, animali domestici a medio pelo, gonnellino di banane alla Josephine Baker.

Non è finita la Comedia, näkemiin!

Almanacco del Giorno Uguale/Martedioso

Illustrazioni, Vignette

Martedioso

il giorno in cui andavate al bar a fare un gratta e vinci senza alcuna aspettativa, in cui vi dicevate “ok lunedì non ho fatto molto ma oggi mi ci metto”.

Santo del giorno: San Tedio, martire di se stesso. registrava i propri monologhi noiosissimi su calciomercato, cura del vimpelle, discografia di Luca Carboni, poi li riascoltava. Una volta è morto.

Nell’orto: in questo momento dell’anno potete riempire un mastello d’acqua e segarla in parti uguali. Attenzione ai ligustri. Coprite la fava. Ok che siete in casa ma insomma un po’ di decenza.

Detto del giorno: “oggi tanta quarantena / ma dimàn la stessa pena”.

Non è finita la Commedia. Evivva!

Almanacco dei Giorno Uguale/Lunedrone

Illustrazioni, Vignette

Lunedrone

Primo giorno della settimana, abituato a sentirsi insultare, scherzare, ironizzare in ogni modo. Ora grazie alla quarantena si vendica: gli altri sei giorni sono tristemente sciatti come lui. Fine delle battute brutte sul lunedì.

Santo del Giorno: Sant’Inalto. Precocissimo, già a quattro anni viene colto da momenti di estasi duranti i quali si solleva da terra e si aggira sul soffitto dell’asilo nido. Giovine frate, usa predicare a uomini e bestie spostandosi su una nuvoletta e comparendo all’improvviso sulle loro teste. I superiori dell’ordine notano la sua tenacia: ne’ fionde ne’ cerbottane lo abbattono. Viene quindi eletto Priore e con questo ruolo vola di convento in convento controllando la devozione dei confratelli dalle finestre delle cellette. Si dice che sia lui ad aver pilotato la casetta della Madonna da Nazareth a Loreto, tre ore e mezza da casello a casello.
Muore incidentalmente colpito dal Boccino d’Oro trovandosi per errore in mezzo a una partita di Quidditch.

Nell’orto. È l’ora della cicoria: riceve dalle 11:00 alle 11:45. Le gelate possono ancora rappresentare un rischio per i cardi: coprite le verze. Ignorate la lattuga, che ha la tendenza drammatizzare ogni cosa.

Detto del Giorno: drone di sera / la vedo un po’ nera.

Non è finita la Comedia. Hüvasti!

Almanacco del Giorno Uguale/Domentica

Illustrazioni, Vignette

Domentica

Ho un sogno. Un sogno dove le pagine della mia agenda planning, quelle bianche di tempo, quelle nere di impegni, vivono assieme in pace. Ho un sogno, dove i bambini si levano contro i cento corsi di sport o di musica che massacrano i loro pomeriggi e gridano che si, i bambini hanno diritto di essere tutti ugualmente annoiati. Sogno un Paese dove le riunioni inutili continuano a non tenersi, dove tanta della paccottiglia che producevamo non ricominci ad essere prodotta. Ho un sogno pieno di cose come queste e voglio sognarlo, finché posso dimenticare quale mondo c’era prima della quarantena e quale ci sarà dopo.

Santa del giorno: Santa Smemorina, Fata. Elevata agli onori degli altari nonostante un passato di sospetti legami con ambienti alchemici e per traffico illegale di zucche e carrozze principesche, Smemorina passò l’ultima parte della sua vita a predicare la dimenticanza, il perdono per gli impegni disattesi, per i ritardi ingiustificati. Adorata in ambienti quali aziende ferroviarie e gestori telefonici, compose le Beatitudini del Distratto e morì in odore di santità quella volta che, volando sul suo aereo ricavato da una melanzana sotto incantesimo, scordò che era ormai mezzanotte.

Equilibiro della mente: questi giorni chiedono molto al nostro autocontrollo. Quando dobbiamo starnutire e ci cola il naso sotto la mascherina, ma siamo al supermercato e non possiamo togliere i guanti, anzi, con i medesimi dobbiamo aprire il sacchetto in cui mettiamo la frutta da pesare, ecco, qui serve ricordare l’esercizio con cui abbiamo imparato a distaccare la mente dal corpo, in modo da fluttuare dimentichi dei bestemmioni che le nostre corde vocali stanno autonomamente fonando.

Detto del giorno: Chi va con lo smemorato / dimentica la fine del


Non è finita la Comedia, agur!